Sabato 1 febbraio, i bambini del catechismo radunati in chiesa hanno vissuto un momento sacramentale particolare. Le loro catechiste hanno acceso al cero pasquale piccole candele con cui hanno poi acceso quelle distribuite ai bambini; la nostra chiesa risultava così sfolgorante di tante luci. I gesti carichi di significato, ha spiegato padre Stefano, ci hanno raccontato che il cero pasquale, simbolo di Cristo che si dona a noi, è centro luminoso da cui si irradia la luce delle nostre fiammelle, palpitanti e vive come le nostre vite.
Gesù, luce del mondo, si offre a noi che a nostra volta siamo chiamati a rispondere al suo amore con l’offerta della nostra vita . Cosa significa offrire la vita? Splendere con gioia, con generosità, facendo ogni giorno la nostra parte. Per questo tante braccia nel silenzio si sono alzate fiere di sostenere la piccola fiamma della propria esistenza aderendo con il “Sì, eccomi” all’invito di Gesù di essere portatori di luce contro le tenebre del male.
La santa benedizione ha concluso questa suggestiva cerimonia.
Il messaggio dei vescovi italiani per la ricorrenza della giornata nazionale per la vita si carica di annuncio missionario: “Aprire le porte alla vita”. La chiesa di Fidenza ha ricordato la giornata con una iniziativa particolarmente coinvolgente tenutasi presso il centro interparrocchiale di San Michele. Prima… la vita ! è stato il motivo che ha unito diverse testimonianza e permesso a tutti i presenti di riflettere sul dono inestimabile che è la vita in ogni suo attimo.
Un canto e un filmato hanno dato inizio alle riflessioni . Gianna , una giovane donna americana, si definisce “bambina di Dio” perché, sopravvissuta ad un aborto salino, ha deciso di spendersi per dimostrare che la vita è dono insopprimibile e l’aborto è la distruzione volontaria di una persona. E’ seguita la testimonianza del dottor Paolo Villani , neonatologo dell’ospedale di Brescia, che ha sottolineato come la medicina abbia fatto passi in avanti sulla cura dei neonati prematuri ma che ancora vi siano situazioni di sofferenza neonatale (malformazioni, malattie congenite gravi) che impediscono la sopravvivenza del neonato. In questo caso, il medico ha l’obbligo morale di una vicinanza e di un accompagnamento del bambino e dei familiari, garantendo a ciascuno il rispetto del dolore e della dignità della persona. E’ nato così il progetto “Confort care “ per accompagnare il bambino in questo momento così delicato, garantendo attenzioni, presenze amiche, cure soccorrevoli. L’esperienza nata in America, grazie ad una dottoressa italiana, è già una realtà in tre ospedali d’Italia.
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Domenica 26 gennaio, i ragazzi di I media hanno animato la liturgia della Santa Messa. Attorno all'altare hanno dichiarato di impegnarsi a vivere ciò in cui credono, accogliendo l’invito del Signore a seguirlo. Davanti alla mensa, padre Stefano ha collocato la Parola per essere in sintonia con la Chiesa che in questa domenica la celebra, sottolineandone con forza la Verità e la Vita che da essa promana.