Nel 1945 la pianta del cachi viene designata come simbolo di pace e speranza: scopriamo insieme il perché di questo ‘titolo’ ed analizziamo più nel dettaglio le caratteristiche di questa pianta.
Il cachi è un albero da frutto originario dell’Asia orientale, in particolare della zona centro-meridionale della Cina. Questa pianta viene coltivata sin da tempi antichissimi: esistono testimonianze storiche che ne notificano l’utilizzo nella Cina di 2000 anni fa. Il cachi viene definito dai cinesi come ‘albero delle sette virtù’: questa denominazione deriva da 7 peculiarità di cui questa pianta può fregiarsi. La prima caratteristica che lo contraddistingue è la longevità; in secondo luogo la sua grande chioma offre un’ombreggiatura molto estesa; la fitta rete di rami permette agli uccelli di nidificare tra le sue fronde; pochissimi parassiti sono in grado di danneggiarlo; le foglie divengono gialle e rosse nel periodo autunnale regalando suggestivi scorci decorativi; le stesse foglie, una volta cadute, forniscono un elevato apporto di sostanza organica concimante al terreno ed infine, settima proprietà, ultima non certo per importanza, il legno di tronco e rami arde in maniera egregia rilasciando altresì un piacevole aroma. La pianta presenta una crescita piuttosto lenta e si sviluppa fino a raggiungere al più i 18 metri di altezza. Sono alberi caducifoglie, con foglie grandi, ovali allargate, sprovviste di peluria e dal colore brillante. I frutti sono bacche dalla forma generalmente sferoidale dalla tipica colorazione giallo-arancio; presenta proprietà lassative se mangiato molto maturo mentre ha virtù diuretiche se consumato acerbo. I cachi contengono un’elevata quantità di sali minerali, in particolare potassio, calcio e fosforo; oltre all’effetto energizzante, possiede spiccate virtù antiossidanti che svolgono azione preventiva contro l’insorgere dei tumori. In Italia viene coltivato soprattutto in Campania ed in Emilia-Romagna. In dialetto napoletano il frutto prende spesso il nome di ‘legnasanta’, poiché una volta aperto lascia intravedere al suo interno una sagoma simile a quella di Cristo crocifisso. Nella tradizione Siciliana il seme veniva considerato sacro, poiché in esso è presente il germoglio della nuova piantina che somiglia ad una mano bianco-diafana, considerata immagine della mano della Vergine Maria. La scelta di designare questo albero come simbolo di pace risale agli anni della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1945 gli americani bombardano il Giappone utilizzando armi atomiche: la città di Nagasaki viene praticamente rasa al suolo. Alcuni esemplari di cachi rimangono però in piedi dopo l’esplosione, ergendosi eroicamente e stoicamente contro tale distruzione ed insensata violenza. Da allora queste piante sono emblema di resistenza pacifica ed allegoria di chi si batte ogni giorno contro le irragionevoli atrocità della guerra, combattendo con disarmante tenacia ma ovviamente senza violenza.
A cura di Pier Paolo Ferrari