IL MELOGRANO: SIMBOLOGIA E CARATTERISTICHE DI UN FRUTTO DALLE MILLE CONNOTAZIONI
Nel mese di febbraio è ancora possibile scorgere le ultime ‘granate’, le bacche del melograno: analizziamo insieme gli innumerevoli significati religiosi attribuiti a questa pianta e le sue proprietà organolettiche.
Esistono alcune varietà tardive di melograno, le quali possono conservare intatti i loro frutti attaccati ai rami anche fino a febbraio, addirittura marzo. Il melograno è una pianta appartenente alla famiglia delle Lythraceae ed è originario della vastissima regione geografica compresa tra l’Iran e la zona himalayana dell’India settentrionale. Questo albero è coltivato da molti millenni e se ne trovano tracce ed informazioni anche in scritti antichissimi. La pianta può raggiungere anche i 5/6 metri di altezza e certi esemplari sopravvivono per oltre 100 anni.
Le foglie si presentano lucide, dalla conformazione stretta ed allungata. Il colore dei fiori dipende dalla varietà: le tonalità variano dal bianco al rosso vivo. Il frutto è una bacca (balausta) dalla forma rotonda e buccia coriacea. La balausta possiede diverse partizioni interne che racchiudono i semi.
La parte edibile della melagrana è la polpa che circonda i semi. Presenta svariate proprietà organolettiche e nutrizionali. In primis viene annoverato tra i frutti più ricchi di antiossidanti; inoltre è un ottimo antibatterico ed antinfiammatorio. Il melograno è infine un ottimo alleato del sistema gastro-intestinale, grazie alle sue peculiarità depurative. Nella tradizione ebraica ritroviamo questo frutto sia come decorazione delle vesti dei sacerdoti, sia come simbolo di giustizia: si dice che la bacca presenti 613 semi, che corrispondono ai 613 comandamenti della Torah, riferimento centrale della religione giudaica. Le colonne del Tempio di Gerusalemme, inoltre, avevano la forma per l'appunto di un melograno: questi frutti rappresentano anche la fratellanza, la prosperità e l’abbondanza. Queste bacche trovano spazio anche nella Bibbia: vengono designate come una delle sette meraviglie ‘prodotte’ dalla Terra Promessa assieme a frumento, orzo, fichi, ulivi, olio e miele. Nelle Sacre Scritture il melograno viene citato per indicare la benedizione e lo stato di grazia che scaturisce dall’alleanza tra l’uomo (in particolare si parla di Aronne, la cui storia viene raccontata nel Libro del Siracide) e Dio. Le balauste compaiono spesso in dipinti di carattere religioso: il frutto, aperto a mostrare i semi vermigli, simboleggia la compresenza di sofferenza e resurrezione che caratterizzano la figura di Gesù.
L’augurio conclusivo, dunque, non può che essere quello di imitare, nei limiti delle nostre capacità e del possibile, questo meraviglioso frutto: per quanto la vita e le difficoltà possano ‘rompere’ e deturpare la corazza anche del più duro tra noi, dobbiamo preservare uno spirito integerrimo ed intemerato, proprio come il melograno conserva intatti i suoi dolci semi nonostante tutte le spaccature spesso visibili sulla sua buccia coriacea.
A cura di Pier Paolo Ferrari