Il giorno 21 dicembre i bambini del catechismo hanno partecipato ad una singolare operazione. la ricostruzione del presepe secondo le indicazioni di san Francesco.
Per giungere a questa scoperta, il cammino è iniziato durante gli incontri di catechismo, nei quali - in modo un po’ misterioso- sono stati invitati a colorare elementi del presepe. Così i bambini di prima e seconda elementare hanno colorato piccoli angeli; quelli di prima media tante stelle; ii ragazzi di terza i pastori e le pecore; quelli di quarta la capanna con dentro un cuore; le corone, simbolo dei Re Magi, i ragazzi di quinta.
Ciascuno colorando il simbolo assegnato si è posto delle domande; a cosa serve? perché proprio questo oggetto? Che significato potrà mai avere?
Finalmente il fatidico 21 dicembre tutto è stato chiarito. Accompagnati dal suono invitante della chitarra di padre Filippo, sotto la regia di padre Stefano bambini, genitori, catechisti e giovani aiutanti si sono radunati in salone. Da dove divisi in gruppi insoliti per appartenenza si sono distribuiti in alcune stanze. Qui, guidati da un catechista, hanno scoperto il significato del loro simbolo e compreso quanto si stava svolgendo.
Gli angioletti annunciano la gloria di Dio in cielo e la pace in terra agli uomini che il Signore ama.
Sono portatori di gioia e di pace, ieri e oggi . Quindi fare gli angeli è un impegno preciso, è un modo per capire come Gesù, nato duemila anni fa, sia tra noi se noi siamo capaci di essere amichevoli e accoglienti con chi incontriamo.
La stella cometa è un segnale luminoso che guida pastori e Re Magi ad un incontro straordinario che cambia la nostra vita se lo viviamo con cuore sincero. Per i ragazzi di prima media seguire la stella cometa significa assumersi la responsabilità di compiere un cammino che culmina con il sacramento della Confermazione grazie al quale diventare nella quotidianità delle storie personali autentici testimoni di Cristo.Siccome la posta in gioco è alta , è bene chiedersi: da che stella cometa mi faccio guidare?
I pastori e le pecore sono elementi tradizionali del presepe, ma sono anche il simbolo di una umanità alla ricerca di speranza; scrutano nel buio della notte e intravedono la luce. Non hanno paura del mistero perché sono umili e puri di cuore.L’umiltà è la condizione che ci apre alla consapevolezza che non siamo perfetti, che non ci salviamo da soli ma abbiamo bisogno di essere costantemente salvati. La purezza del cuore ci permette di accogliere e leggere l’aiuto che Gesù ci dona per incontrarlo nella nostra vita. Perché è così importante incontrare Gesù? Lui solo ha parole di vita eterna, lui solo mi fa sperimentare la pace cioè la pienezza della vita ben spesa.
Le corone ci ricordano i Re Magi, misteriosi personaggi venuti da molto lontano recando doni regali. Sono ricercatori della verità attraverso la conoscenza : osservano, conoscono e comprendono, giudicano e celebrano. Osservano gli astri, comprendono che qualcosa di eccezionale sta per avverarsi e si mettono in cammino. Giudicano che le parole di Erode non siano sincere. Di fronte alla scoperta del bimbo nella mangiatoia non hanno esitazioni : ne celebrano la regalità consegnando doni degni di un grande re. Anche noi siamo ricercatori della verità, così appassionati da metterci in cammino lasciando le nostre incerte sicurezze? Per i ragazzi di quinta che iniziano il catecumenato vuol dire assumersi la responsabilità della conoscenza, della preparazione al fine di diventare convinti testimoni dell’unica Verità.
Tutti i personaggi sono comunque in cammino , attratti da una Persona che agisce come una calamità attirando a sé . Anche oggi il cristiano è colui che desidera stare vicino a Gesù, facendo azioni, usando parole che rivelino l’amore e la gioia di questa vicinanza ricercata.
La Sacra Famiglia, rappresentata dalla capanna in cui è racchiuso un cuore, è la calamita verso cui andare; è la casa che sentiamo nostra : povera di cose ma sovrabbondante di relazioni, di affetti. Anche noi facciamo della nostra casa un luogo in cui è bello tornare perché vi costruiamo tante attenzioni che rivelano un amore autentico?
Dopo animate discussioni, i gruppi si sono ritrovati in chiesa.
All’altare due grandi cartelloni riportavano le sagome degli elementi del presepe; ogni gruppo a turno attaccava sulla sagoma corrispondente il proprio simbolo a significare una volontà di movimento , un andare verso Gesù per accoglierlo nella propria vita.
Padre Stefano ha posto al centro davanti alla capanna il Pane e la Parola, espressione di Gesù che si dona a noi nell’eucaristia e ci aiuta a cambiare attraverso l’annuncio del Vangelo.
Il primo a ideare il presepe con tale composizione è stato san Francesco a Greccio, lo ricordano le fonti francescane che Mara ha letto ai ragazzi presenti. E’ seguita l’esposizione del Santissimo accompagnata da un silenzio profondo ,attento, partecipe di tutti i presenti. Esperienza straordinaria in un tempo sovraffollato di rumori, suoni e parole, un silenzio di attesa per celebrare Gesù che non rinuncia ad amarci.
La benedizione e il canto finale hanno concluso questa suggestiva preparazione al Natale.