16 Novembre 2019 - Un sabato alternativo all’insegna della missionarietà.
I bambini del catechismo hanno incontrato padre Matteo e Chiara, una giovane volontaria presso la missione di Sighet in Romania. I ragazzi, divisi in gruppi eterogenei per età e percorso, sono stati coinvolti in sei attività che in modo originale e creativo presentavano alcuni progetti realizzati dai francescani in Romania.
Divertimento e coinvolgimento gli ingredienti per scoprire come il servizio possa diventare fonte di gioia per gli altri e per se stessi.
La famiglia francescana ha esportato in queste terre di missione la proposta evangelica di un Dio che si fa vicino e prossimo all’uomo, che si incarna nel fratello.
Gesti semplici come una canzone cantata insieme ,magari accompagnata da chitarre, un gioco di gruppo , un pasto condiviso possono costituire la premessa vincente per creare relazioni accoglienti e rispettose.
Sono ancora tanti i bambini che in Romania sperimentano la precarietà della vita, l’isolamento e la povertà che non è solo definita dalla mancanza di ricchezza ma soprattutto dalla assenza di legami, di affetti disinteressati, di tempi di dialogo, di silenzi capaci di sciogliersi in un abbraccio fraterno.
Gli oratori, le case famiglia, l’istruzione rappresentano tappe necessarie per ripristinare un corretto sviluppo del bambino affinché possa maturare una percezione di sé dignitosa e rispettabile.
In questo,le comunità francescane si sono spese e si impegnano grazie anche alla cordata solidale di tanti che permettono di realizzare il sogno di fratellanza evangelica, mossa dall’amore per il prossimo.
A volte sembra che per essere volontari occorra avere specifiche caratteristiche, essere una specie di super eroi senza macchia e paura; in realtà non è così, testimoniano Chiara e i tanti ragazzi di 14- 19 anni che decidono di spendere parte del loro tempo in compagnia di quei piccoli ospitati negli oratori e negli orfanotrofi. Come esprime bene la parola, si tratta di volontà; i volontari scelgono di mettere a disposizione degli altri parte del loro tempo, credendo nella libertà di un servizio fatto con amore, perché come dice il Piccolo Principe ciò che conta è invisibile agli occhi, ma è sicuramente visibile al cuore!
Il bene è generativo e contaminante , chi fa questa esperienza ritorna a farla e Chiara già progetta di tornare la prossima estate in Romania.
Anche noi possiamo fare la nostra parte, cominciando a vivere la parrocchia come luogo di incontro, di legami amichevoli, di belle e volontarie esperienze vissute con spirito libero e leggero perché non appesantito dai fardelli pesanti di accessorie preoccupazioni!
17 Novembre messa concelebrata da Padre Matteo e Padre Stefano prima del pranzo pro Missioni
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