Nei giorni 6,7,8 settembre 2019 si è svolto il pellegrinaggio ad Assisi organizzato dalla parrocchia di San Francesco. I partecipanti hanno da subito stabilito relazioni cordiali, avendo a cuore il desiderio di conoscere meglio la figura del santo che ad Assisi ha visto i natali e il dipanarsi della sua più autentica identità. Padre Stefano ha guidato i partecipanti in un selezionato percorso che ha consentito di incontrare un Francesco autentico, passionale e radicale nelle scelte rigorose affrontate. Sicuramente un uomo animato da un desiderio di felicità autentica.
Sospinti dal desiderio di conoscenza, i pellegrini sono approdati a Villa Eteria, luogo di ospitalità francescana immerso negli ulivi, residenza appartata a 5 chilometri da Assisi.
Da qui , casa accogliente e aperta, il gruppo è ripartito per San Damiano, il primo appuntamento con un Dio che chiama. Il luogo richiede silenzio e raccoglimento, gli spazi angusti e spogli rendono testimonianza di una vita orante e rigorosa.
Nella essenzialità dei locali e delle cappelle trapela una singolare bellezza che si sposa con l'armonia del paesaggio. In quel luogo al tempo isolato e trascurato , Francesco ebbe il suo primo incontro con il Crocifisso . San Bonaventura , nella Leggenda Maggiore, singolarmente riporta”[…] udì con le orecchie del corpo in modo mirabile una voce che proveniva dalla croce”.”Francesco, va, ripara la mia casa , che, come vedi, va tutta in rovina”.
La storia è nota. Francesco finanzia generosamente la fornitura d’olio per la lampada dell’altare, ma la richiesta prevede un coinvolgimento più sostanziale che Francesco capirà vivendo e rispondendo allora e poi “Lo farò volentieri, Signore”.
La seconda tappa ha previsto la visita e la celebrazione eucaristica in Santa Maria degli Angeli in Porziuncola. La grande chiesa che sorge a 4 km da Assisi ingloba la Porziuncola, letteralmente la piccola parte. E’ una chiesetta restaurata dal santo di cui ha voluto acquistare il terreno, affidandone la proprietà ad altri e mantenendone l’uso per poter vivere lì con i sui fratelli al fine di servire Dio.
In questo luogo che diventa progressivamente Porta del cielo, si compie la trasformazione di Francesco che conquista definitivamente una rigenerata umanità. Solo, ammalato, inflessibile con se stesso conquista per gli uomini l’Indulgenza della Porziuncola o Perdono d’Assisi, lotta contro le tentazioni e sulla nuda pietra dell’infermeria del convento trascorre gli ultimi giorni della sua vita. L’Amore ha le sue spine perché abbracciare Cristo significa rompere con le nostre certezze, accettare di essere comparse su questa terra e non più protagonisti assoluti… La centralità è Dio e tutta la vita del Santo ora è rapita da un vortice intenso di grazia che lo innalza a Dio la sera del 3 ottobre 1226.
Tappa significativa del percorso umano e spirituale di Francesco è l’Eremo delle carceri immerso in una selva, dove sorgeva un oratorio e intorno ad esso si aprivano le grotte e gli anfratti in cui viveva ritirato con i suoi compagni ,isolato dal mondo e in-carcerato per il Signore. Nel XV secolo ,San Bernardino da Siena fece costruire il convento e la chiesetta in sostituzione dell’oratorio primitivo. In questo contatto con la terra nuda , Francesco riscopre la sua appartenenza al creato, nel silenzio contemplativo e meditativo eleva incessante la preghiera al Padre. E’ un ri-tirarsi per andare, spinto dal soffio dello Spirito.Quando tutto è stato compiuto in una sintonia sempre più visibile con il Crocifisso, la forza del Santo continua a generare grazie, tanto che a soli due anni dalla morte, papa Gregorio IX lo proclamerà santo e deporrà la prima pietra della futura Basilica di San Francesco.
Entrare in questa roccaforte di fede è come schiudere le valve di un’ostrica per coglierne la perla; infatti la basilica inferiore e quella superiore proteggono la cripta con la tomba del Santo. Alla bellezza severa della Basilica inferiore, romanica, che accoglie materna chi vi entra corrisponde lo slancio orante e luminoso della gotica Basilica superiore che spinge i suoi archi leggeri verso il cielo. Giotto, Cimabue, i Lorenzetti, Simone Martini hanno narrato visivamente una storia di fede che ancora oggi rapisce.
In direzione opposta alla grande basilica sorge quella dedicata a Santa Chiara, giovane donna di nobile discendenza, che abbandona la propria casa per abitare quella di Dio, seguendo una vocazione che nella clausura ha il tratto della scelta totale.
Per Francesco e Chiara ritirarsi dal mondo è stato un modo per ritornarvi con modalità e prospettive diverse. E per noi?
A cura di Federica Davighi