Venerdì 7 luglio, nella messa giubilare delle 18.30 sono stati ricordati i cinquant’anni di elevazione a parrocchia della nostra chiesa. Padre Stefano ha voluto conferire alla celebrazione la solennità che questa memoria merita.
In un’atmosfera raccolta, le letture selezionate, la liturgia cantata, la profusione dell’incenso e la benedizione dei presenti hanno introdotto l’assemblea a cogliere con vividezza particolare l’onore e la responsabilità di essere parrocchia.
Nell’omelia, il celebrante si è interrogato sul significato di questa data che unisce le chiese di San Francesco e di San Paolo nello stesso atto costitutivo a parrocchie. Già vocazione a sentirsi parte integrante di uno stesso tessuto di memorie che risalgono al martirio di San Donnino…Ha, poi, sottolineato la dimensione comunitaria che diventa vocazione di apertura agli altri per testimoniare e annunciare la Parola Vivente. Le nostre chiese assurgono così a depositarie dei
sacramenti che ci introducono nella vita fattiva del Regno, a partire dal Battesimo, con il cui sigillo diventiamo eredi della regalità del Padre, dall’ Eucaristia con cui nutriamo la nostra fame spirituale ed esistenziale, dalla Confermazione grazie alla quale rafforziamo il nostro desiderio di vivere la testimonianza nel servizio, dal Sacramento del Perdono per recuperare lo slancio generoso che spesso la vita piaga, dall’Unzione degli Infermi per affrontare con coraggio le aspre sfide che l’esistenza riserva. A questi che sono i sacramenti che ci sostengono e ci aiutano, si aggiungono quelli dell’Ordine e del Matrimonio, che esprimono una più radicata vocazione a cui orientare
l’impegno della vita. L’abbondanza dei doni ci rivela l’Amore Misericordioso di Dio che ascolta le necessità del suo popolo. Questa grazia sovrabbondante, donata senza alcun merito nostro, è tesoro da condividere, da diffondere, da rendere operante attraverso il nostro farci comunità parrocchiale, popolo di Dio in cammino verso la stessa meta, cercando di attuare nel nostro tempo e in questo spazio condiviso il Regno di Dio, la sua bellezza, diffondendone il profumo fatto anche di attenzione e cura per il luogo sacro a cui invitare i fratelli, tramite gesti di solidarietà, di vicinanza, di gentilezza che si fa affiancamento e ascolto.
Padre Stefano sottolinea che con il battesimo abbiamo già aderito ad una chiamata, quella che San Paolo indica con l’impegno ad essere “pietre vive” nella costruzione della Chiesa.
Pietra viva solida e palpitante, generosa e disposta all’uso, ferma nella propria speranza, capace di sorreggere il peso che deriva dalla sua collocazione!
Ogni parrocchiano si deve sentire onorato e impegnato a rinnovare le promesse battesimali alla luce di questa costruzione che gli è affidata. Per questo, a conclusione della messa, il parroco ha invitato i presenti a sostare presso il fonte battesimale, a baciarlo in segno di devozione e di riconoscenza per il privilegio di essere chiamati figli dello stesso Padre e di poter, per intercessione sua, elevare alla stessa regalità coloro che si affacciano alla Vita. Per evidenziare l’importanza del sacramento, il fonte ha trovato nuova collocazione nella cappella della Madonna della Misericordia per sottolineare come solo l’Amore misericordioso di Dio può trasformarci in creature nuove.
E’ stato ricordato che la messa è giubilare perché inserita nell’anno delle importanti ricorrenze ( i 450 anni della presenza cappuccina a Fidenza, i 50 anni di elevazione a parrocchia della nostra chiesa) che il Papa ha voluto ufficializzare accogliendo la nostra richiesta di vivere un anno giubilare di ringraziamento al Signore, di conversione, di rinnovato impegno per la nostra parrocchia e per la diocesi.
La solenne benedizione papale ha reso ancor più concreto il significato di andare verso tutti i fratelli in pace.
Immagini della Fonte battesimale :