Nel giorno 4 ottobre, memoria liturgica di San Francesco, presso la chiesa parrocchiale dei Frati Cappuccini si è celebrata una messa solenne presieduta dal nostro Vescovo, monsignor Ovidio. Nonostante l’orario e la giornata feriale, numerosi fedeli hanno partecipato alla bella celebrazione che ha voluto rinnovare al Signore la profonda gratitudine per averci donato il Poverello d’Assisi, testimone esemplare del Crocifisso. Il parroco, introducendo il sacro rito, ha sottolineato la grande attualità della spiritualità francescana, volitiva e infaticabile ricerca di una totale adesione a Cristo. Il coro ha accompagnato i momenti forti della messa con canti che hanno ribadito in parole e musica la peculiarità della sua fede così visibilmente espressa da scelte di vita libere e coerenti.
Nell’omelia, il Vescovo ha sollecitato l’assemblea a riflettere sulla figura del Santo, applicando a lui la domanda che Gesù rivolge ai suoi: “Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?»” (Mc 8,29) Chi è Francesco per noi? Il quesito non è banale perché, a seconda dei tempi e delle mode, Francesco è stato spesso incasellato in una parte, in ruolo che divenendo totalizzante, ne ha banalizzato la grandezza. Per molti è stato un pacifista ante litteram e infatti operò con successo affinché le discordie e i sanguinosi conflitti tra i contendenti del feudo di Selva Gallicia cessassero; andò in missione presso il Sultano nel corso della quinta crociata, stabilendo rapporti di reciproca stima e accettazione; per altri è stato un ecologista che ha stabilito con poetica chiarezza come l’uomo sia fratello di ogni creatura… Aspetti, questi, presenti nella ricca personalità del santo, ma riduttivi perché non rendono la complessità della sua testimonianza. Francesco è stato un uomo che fino in fondo ha cercato di aderire a Cristo, di essere il più possibile somigliante all’Amato, al suo Signore, in un’adesione così profonda da desiderare con ardore di abbracciarne la santa Croce, di compenetrarsi con quel legno che ha segnato il destino di redenzione dell’umanità.
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.”(Gv 15,13-15) Queste parole danno il senso dello stupore commosso con cui Francesco si rivolgeva a Cristo, riconoscendosi ultimo e povero eppure inondato da un amore immeritato e salvifico. Le stigmate (1224) sono state il suggello di questa adesione alla Croce, apoteosi della sua fede, a cui dopo due anni è seguito il perfetto compimento nell’abbraccio di sorella Morte. Francesco ci richiama a tornare a Cristo con umiltà e fiducia.
Sull’esempio del Santo, Papa Francesco sollecita a recuperare «uno spazio personale» e a «guardare in faccia la verità di noi stessi, per lasciarla invadere dal Signore».
Il Parroco desidera pubblicamente ringraziare i volontari che hanno reso possibile l’organizzazione della festa popolare nella ricorrenza di Santa Rita.
In tanti hanno lavorato con dedizione, impegno ed energia per allestire gli spazi declinandoli negli usi di cucina, di sistemazione delle piante, di allestimento della pesca di beneficenza.
L’affluenza di tante persone ha premiato questi sforzi generosi che si sono triplicati nella tre giorni culinaria. Il servizio ai tavoli, la pulizia degli stessi, la preparazione dei piatti, diversificati per offerta gastronomica hanno reso la festa un piacere per il palato e lo spirito!
Le messe del 22 maggio sono state partecipate e l’afflusso di persone, devote alla Santa, ha fatto comprendere come sia diffusa l’esigenza di ritornare con semplicità a condividere momenti di preghiera e di convivialità.
Per realizzare tutto questo, in tanti hanno collaborato, attivandosi per tempo, donando generosamente il loro tempo.
A tutti e a ciascuno va la gratitudine dell’intera comunità!
Una catena operosa di giovani, adulti e anziani ha reso possibile questo significativo risultato, e la parrocchia è diventata una famiglia ospitale e inclusiva!
Per tutto questo, il mio grazie sincero.
Foto delle giornate in comunità: