Il mio primo giorno…(sarà con te e per te)
Un debutto con il botto quello della compagnia teatrale parrocchiale costituita dai ragazzi del dopo cresima, nella sera del 22 dicembre. In poche settimane di lavoro, i ragazzi hanno saputo mettere in scena una non scontata riflessione sul Natale che ha coinvolto il pubblico presente, partecipe ed entusiasta per questa inaspettata performance. Sotto l’abile regia organizzativa di Donata, la sapiente guida di Arianna e il tocco scenografico di padre Stefano, i ragazzi hanno ideato e rappresentato una inedita considerazione sul Natale consumistico che caratterizza, purtroppo, i nostri tempi. Con un linguaggio, carico di garbata ironia, la storia richiama gli adulti ad una più consapevole attesa del Natale. La domanda che serpeggia al fondo dei dialoghi è: in realtà chi stiamo aspettando il 25 dicembre?
Presi, o forse schiacciati, da ritmi lavorativi e sociali, gli adulti spesso vivono il Natale come fosse un ulteriore impegno dovuto a cui sottostare per rispettare la tradizione. Da qui il rifiuto di Gesù di nascere tra gli uomini e di annullare quel tempo che non è più occasione di condivisione, di pace, di incontro. Il rito dei regali, degli addobbi prevale sul significato e sul valore della festa. Perché dunque nascere nel 2023? Orologi impazziti muovono le lancette al contrario, preoccupando Ettore, il protagonista, e Guido, il suo migliore amico, lasciando indifferenti gli altri e soprattutto gli adulti. L’uomo sembra vivere ignorando Dio, consumando la vita in traguardi effimeri e pericolosi. I ragazzi lo hanno chiaramente espresso nelle battute pronunciate. Gli adulti, riferimento imprescindibile dei giovani, sembrano smarriti e incapaci di indicare la via, lasciando i ragazzi spaesati e rassegnati. Così il protagonista, Ettore, pensa: “O ti trattano da bambino piccolo o ti ignorano e non ti ascoltano, poi si arrabbiano se tu non ascolti loro! bel Natale! A scuola, la prof di Italiano gli ha fatto la solita predica perché lo ha visto sbuffare e mandare a quel paese il compagno “”rompiscatole-poverino” e gli adulti allora? Al Tg cosa sente? Nuove incursioni su Gaza, la popolazione è allo stremo. L’Ucraina sempre più sotto attacco chiede aiuti all’Europa. Un giovane su cinque non trova lavoro. Un giovane su sette non lo cerca più. Aumentano le povertà. Si allungano le file alle mense dei poveri. I campi profughi offrono condizioni inaccettabili di vita, in aumento i suicidi tra i giovani migranti. Vengono alle mani per una precedenza non rispettata e ci scappa il morto. Denuncia il suo ex per maltrattamenti e lui la prende a calci fuori dalla caserma dei carabinieri.” Alla fine sono proprio i ragazzi che nella storia rimettono le cose a posto, recuperando il senso profondo e intimo di questa nascita non scontata, espressione di un amore infinito. Il tempo ritorna a fluire e il Natale è salvo, grazie ai nostri giovani eroi! Quindi una storia di riscoperta, ricca di spunti su cui riflettere come genitori e adulti. Al termine i ragazzi hanno mostrato al pubblico cartelloni che rispecchiavano il senso autentico del Natale, accompagnati da musiche e canti eseguiti da un valido gruppo di giovani musicisti!
E’ stato uno spettacolo coinvolgente e apprezzato che ha galvanizzato pubblico e attori, soddisfatti per l’esito di questo debutto!
Foto dello spettacolo:
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