Il rabarbaro è una pianta dalle numerose proprietà benefiche che presenta però anche alcune controindicazioni. Nell’articolo spieghiamo i segreti di questa erbacea utilizzata fin dall’antichità.
Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne che proviene dall’Oriente, specificatamente dalla Cina. Appartiene alla famiglia delle Polygonaceae. Presenta un rizoma dalla consistenza carnosa che ogni anno emette un fusto che raggiunge anche i 2 metri di altezza. Le foglie sono di grandi dimensioni ed i fiori assumono varie colorazioni a seconda della cultivar.
Viene utilizzato in particolare nella medicina tradizionale cinese, che ne sfrutta in particolare la radice (il rizoma): si usa l’estratto alcolico oppure, dopo l’essicazione, si polverizza l’apparato radicale e lo si impiega per la preparazione di decotti. Il rabarbaro ha proprietà antinfiammatorie e depurative e viene utilizzato per il trattamento di disturbi legati al fegato ed all’intestino. Risulta ottimo anche come aromatizzante, digestivo, lassativo e rinfrescante. Ne è però controindicato l’utilizzo durante la gravidanza e l’allattamento ed è sconsigliato a chi soffre di calcoli renali poiché le sue componenti potrebbero andare a peggiorare e cronicizzare la suddetta condizione.
Ricorrenza di San Francesco di Assisi, il Vescovo Mons. Ovidio Vezzoli celebra la Santa Messa nella nostra Parrocchia alle ore 18,30.
La cosmea è un fiore estivo che ben si adatta anche alle alte temperature ed al clima umido tipico dei nostri areali. Scopriamone oggi insieme coltivazione ed utilizzi. La Cosmea è un fiore appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Si tratta di una pianta annuale di facile coltivazione: la si ritrova spesso infatti nei giardini e nei vasi delle abitazioni. È una specie piuttosto rustica che ben si adatta ai climi delle nostre zone ma che resiste anche a periodi di siccità protratta. Ha un portamento cespuglioso e può raggiungere anche il metro di altezza.
Presenta uno stelo ricoperto da foglie allungate di colore verde. I fiori, che sbocciano da luglio fino ad autunno inoltrato, possono essere di varie colorazioni: si passa bianco al giallo ed anche a varie sfumature del rosso; somigliano come conformazione alla classica margherita.
Questa pianta è originaria dell’America centro meridionale ma è diffusa in tutto il mondo. Predilige esposizioni soleggiate poiché la luce le consente di sviluppare un maggior numero di fiori. Altra dimostrazione della sua rusticità è l’elevata resistenza a patogeni di svariata natura: non teme afidi e cocciniglie come invece la maggior parte delle piante ornamentali. Se ingerita risulta altamente tossica, sia per l’uomo che per gli animali, perciò meglio limitarsi ad osservarne i magnifici fiori senza manipolarla eccessivamente.
A cura di: Pier Paolo Ferrari